SCUOLE E DIDATTICA A DISTANZA

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In un recente articolo a firma di Michelangelo Zaccarello, l’autore, sin dal titolo si domanda se i prossimi mesi saranno dominati dal dibattito: didattica in aula vs. didattica a distanza.

A dare il via a questo tipo di considerazioni è stato Carlo Ratti, architetto e direttore del Senseable City Lab del MIT, secondo cui le università attuali sono dei “dinosauri” di cui si auspicherebbe un’estinzione a causa delle modalità con cui vengono generalmente erogati i corsi universitari.

Sebbene lo scontro nasca in ambito universitario l’interesse si è subito spostato nel mondo della scuola e c’è stato un intenso proliferarsi di idee e teorie. Il rischio però in questi casi è che la discussione diventi solo il terreno per creare due schieramenti contrapposti, quando in realtà i dirigenti scolastici e gli insegnanti sono tutto fuorché dogmatici.

Un’indagine condotta e pubblicata dal CENSIS intitolata “Italia sotto sforzo. Diario della transizione” ci fornisce dei dati particolarmente interessanti su cui riflettere.

LA SITUAZIONE DELLE SCUOLE PRIMA DELL’EMERGENZA COVID-19

Nel corso degli anni ci sono state varie iniziative e progetti che avrebbero dovuto portare ad una digitalizzazione strutturale della scuola. Il risultato più evidente di tale politica è stata l’ampia diffusione della Lavagna Interattiva Multimediale, ma la generale scarsità di fondi ha permesso solo ad alcune scuole di avviare un vero processo di digital transformation.

In un panorama scolastico così frammentato a fare la differenza molto spesso sono state le singole scuole o talvolta i singoli docenti. A maggio 2020 sono 1.139 le istituzioni scolastiche che sperimentano forme di innovazione didattica.

Certamente dobbiamo anche tenere in considerazione i dati Istat 2018-29 secondo cui il 33,8% delle famiglie non ha un computer o un tablet. Si è creato un circolo vizioso in cui le scuole non hanno i fondi per dotare i propri studenti di device adeguati e la mancanza degli strumenti non permette ai docenti di sperimentare forme di didattica a distanza (DAD).

LA COLLABORAZIONE DURANTE L’EMERGENZA

Dall’indagine CENSIS è evidente che c’è stato un impegno comune per avviare proficui percorsi formativi a distanza. Il 98% dei dirigenti scolastici nota il forte spirito di adattamento degli studenti e la buona volontà da parte degli insegnanti (99,1%) di sfruttare le nuove tecnologie, sebbene molti di loro non li abbiano mai utilizzati. A questi numeri bisogna aggiungere il supporto delle famiglie che, anche e proprio a causa del lockdown, hanno partecipato maggiormente al percorso scolastico dei propri figli.

IL FUTURO DELLA DIDATTICA A DISTANZA NELLE SCUOLE

Ancora è presto per fare un resoconto globale, ma dall’indagine CENSIS il 95,9% degli intervistati è molto d’accordo sul fatto che l’emergenza Covid-19 è stata un’occasione di vero apprendimento e riflessione sull’utilizzo della didattica a distanza. Secondo l’84% dei dirigenti scolastici si ricorrerà anche in futuro all’e-learning, col supporto di una piattaforma DAD, per integrare le attività in aula.

In pochissimo tempo la scuola ha dovuto mettere in campo molte energie dando vita ad un importante sperimentazione di massa. Se il processo di digitalizzazione e di sviluppo di attività didattiche innovative verrà ben governato si potranno aprire scenari interessanti e nuove opportunità per una scuola digitale.

La didattica a distanza potrebbe rappresentare un volano per affrontare su scala nazionale e sistematica il problema del digital divide e della connessione a Internet.

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